Consacrazione dei Piccoli Fratelli
Oggi si sono celebrate, durante la solennità di Santa Maria Madre di Dio e con l’inizio del nuovo anno, le consacrazioni al Sacro Cuore di Gesù per intercessione di Maria Santissima del Perpetuo Soccorso, di 6 fratelli della comunità dei Piccoli Fratelli dell’Accoglienza – secondo il nuovo regolamento – e la consegna della Croce per il postulato di un nuovo fratello.
Perché la consacrazione al Sacro Cuore di Gesù?
“Sacro Cuore” prima di tutto designa il cuore di carne di Gesù, ma visto che Gesù è il Figlio di Dio, è il cuore di Dio. E se il cuore ha questo doppio simbolismo, di centralità e di amore, questo vale a maggior ragione per il cuore di Gesù, cioè metterlo al centro della nostra esistenza e credere al suo amore. Non per nulla Gesù a Santa Margherita Maria Alacoque, mostrandogli il suo cuore, le dice “Ecco il cuore che ha tanto amato gli uomini”. Per questo la Chiesa ha sempre guardato al Sacro Cuore che è Gesù che ci presenta il suo cuore di carne simbolo del suo amore e di tutta la sua vita donata per la nostra salvezza.
“…la loro vita deve essere tutta amore come quella di nostro Signore Gesù, e che il suo divino cuore è il modello del loro e lo stemma della loro missione… Le fraternità del Sacro Cuore di Gesù sono dei piccoli focolari d’amore dove arde il Cuore di Gesù…”
Prenderà poi come insegna un cuore sormontato dalla Croce, di colore rosso, e le parole ‘Jesus Caritas’ sono l’insegna e il motto, scelti nel 1900 da frère Charles, quando era ancora a Nazareth, per identificare la sua personale ‘teologia’ e la sua testimonianza di vita come discepolo di Gesù e missionario “tra i lontani” nel Sahara.
Gesù è salvatore mediante la croce. Charles de Foucauld arriva a compiere una sintesi molto ricca attorno all’Amore divino, o meglio, stando al suo vocabolario, attorno alla Caritas, proprio perché la contempla dapprima in Dio, al “cuore” della Trinità, perché Dio è Amore (“Deus caritas est” – 1Gv 4,8) e poi in Gesù dove questa Caritas prende volto umano, diventa parola umana. A questo oblio si può contrapporre quella bella definizione che Charles de Foucauld dà al capitolo quindicesimo del Direttorio: “Cerchiamo di rendere (al suo Cuore) amore per amore e cerchiamo di far sì che tutti gli uomini rendano amore per amore a quel Cuore che tanto li ama” (Direttorio, 628).