La vera chiamata missionaria
Il Vangelo di oggi, tratto dal Vangelo di Marco (6, 7-13), ci narra un momento cruciale nella vita dei discepoli di Gesù: la loro prima missione. “In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche. E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro». Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano.”
Questo passo evangelico ci offre una visione chiara della chiamata missionaria: andare con fiducia, senza fare affidamento su beni materiali, ma confidando nella provvidenza divina e nella bontà delle persone. I discepoli sono inviati a portare guarigione e a proclamare il pentimento, portando avanti l’opera di Cristo.
L’Esempio di San Charles de Foucauld
San Charles de Foucauld, nato in una famiglia aristocratica francese, trovò la sua chiamata alla missione in un contesto molto diverso da quello dei primi discepoli, ma con lo stesso spirito di abbandono e fiducia. Dopo una giovinezza turbolenta e un periodo come ufficiale dell’esercito, Charles riscoprì la sua fede e si sentì chiamato a vivere una vita di povertà e contemplazione.
Dopo aver trascorso un periodo come monaco trappista, Charles decise di andare in missione tra i Tuareg del Sahara algerino. Qui, vivendo tra il popolo Tuareg, imparò la loro lingua e cultura, e tradusse i Vangeli in lingua Tuareg. Nonostante le difficoltà e l’isolamento, Charles visse come testimone silenzioso del Vangelo, incarnando l’amore di Cristo attraverso la sua presenza e il suo servizio umile.
Ogni cristiano è chiamato a testimoniare l’amore di Cristo nel mondo, una missione che può manifestarsi in molti modi diversi. Questa chiamata può portarci a percorrere deserti fisici, come fece San Charles de Foucauld tra i Tuareg del Sahara, oppure ad affrontare i deserti spirituali e morali della nostra società moderna. Indipendentemente dalla forma che assume, la missione cristiana è un invito a vivere con autenticità la nostra fede, confidando nella provvidenza divina e nel potere trasformante dell’amore di Dio.
San Charles de Foucauld offre un esempio potente di come la missione cristiana possa portare a luoghi fisicamente e spiritualmente remoti, ambienti ostili e isolati, egli visse come testimone silenzioso del Vangelo, imparando la lingua e la cultura del popolo Tuareg e traducendo i Vangeli nella loro lingua.
La vita di Charles ci mostra che la missione cristiana richiede coraggio, sacrificio e una profonda fiducia nella provvidenza di Dio. La sua presenza tra i Tuareg, nonostante le difficoltà e l’isolamento, incarnava l’amore di Cristo e testimoniava la potenza trasformatrice della fede vissuta con autenticità.
I Deserti Spirituali e Morali della Società Moderna
Oggi, molti di noi sono chiamati a testimoniare l’amore di Cristo non in deserti fisici, ma in quelli spirituali e morali che caratterizzano la nostra società moderna. Questi deserti possono essere luoghi di solitudine, sofferenza, ingiustizia e disperazione. Viviamo in un’epoca in cui molti cercano significato e speranza in un mondo spesso dominato dal materialismo, dall’indifferenza e dal relativismo morale, che non è uno sbandieramento di leggi e virtù, molte volte tradite dalla nostra umanità, ma un abbracciare ogni realtà, anche quella che può sembrare ai nostri occhi più abietta, ma che cela delle debolezze che noi stessi nascondiamo.
Testimoniare l’amore di Cristo in questi contesti significa portare luce nelle tenebre, speranza nella disperazione e compassione nell’indifferenza. Significa essere presenti per coloro che soffrono, parlare per quelli che non hanno voce e vivere in modo tale che gli altri possano vedere Cristo in noi.
La Missione di Ogni Cristiano
La missione di ogni cristiano, quindi, è duplice: essere testimoni dell’amore di Cristo sia nei deserti fisici che in quelli spirituali. Questo richiede una vita di preghiera, servizio e autentica carità. Richiede anche la disponibilità a uscire dalle nostre zone di comfort, a rischiare e a sacrificare per il bene degli altri, sacrificare la nostra fede borghese, che in fondo cerca sempre un tornaconto da Dio e dagli altri.
In questo senso, la missione cristiana è un invito a vivere con autenticità e semplicità la nostra fede. Non si tratta solo di parole, ma di azioni che riflettono l’amore di Dio per ogni persona. Si tratta di confidare nella provvidenza divina, sapendo che Dio è con noi in ogni passo del nostro cammino e che il suo amore ha il potere di trasformare i cuori e il mondo.
Nel Vangelo Gesù invita a non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche; Per poter aderire al vangelo non serve necessariamente una formazione accademica, non servono necessariamente corsi ed ore di volontariato, non servono ore e ore di incessante preghiera, ma serve solo la fede in Dio, fede nel senso di avere fiducia in lui, e partire mettendosi in discussione e distruggendo anche tutte quelle sovrastrutture che ci siamo creati per autodifesa e per vanagloria.
Fratel Tiziano Fani Braga